Biografia

REMO PASETTO

breve biografia , nasce nel 1925 a Raldon un paesino in provincia di Verona. Sui muri della soffitta di casa esegue da ragazzo i suoi primi grandi disegni colorati. A Verona frequenta la scuola di disegno "Nani" , poi l'Accademia di belle Arti Cignaroli . Nel 1950 si trasferisce a Milano dove conobbe tra gli altri lo scultore Grosso, i pittori Migneco, Tomiolo, Melotto e lo scultore Michele Spina. Amici preziosi, che lo sostengono e spronano spiritualmente e materialmente in quegli anni tanto duri. A Brera ha i primi contatti con Manzù, che gli dimostra stima e apprezzamento tanto da procurargli diversi lavori. Fino  al 1958 la sua passione fondamentale è la scultura a cui si dedica completamente.  Nel 1957 a Milano,  in occasione della sua prima personale di scultura alla Galleria Schettini,  conosce il critico Mario De Micheli che, più tardi, vedendo nel suo studio un folto gruppo di oli su carta, lo persuade a dedicarsi interamente alla pittura.  Nel 1960, con una sua presentazione, allestisce la sua prima mostra di pittura  , nel 1967, vince il premio Suzzara , nel 1963 il premio Ramazzotti, nel 1986 ad Ancona riceve insieme a Mino Maccari il premio Ginestra d'oro del Conero, nel 1972 la sua prima vasta antologica, ordinata del Comune di Iesolo, alla quale fanno seguito altre due importanti antologiche promosse dal Comune di Grosseto nel 1983 presso il Museo archeologico della Maremma , nel 1985 presso la Fortezza Medicea.

Pasetto è presente alla rassegna "Arte e mondo contadino" curata da Mario De Micheli tenutasi a Torino e Matera nel 1980 e alla mostra "Da Corrente a oggi" curata da Giorgio Seveso a Trezzano sul Naviglio e a Carpi nel 1981.

Un'importante rassegna gli viene allestita nel 1986 dal Comune di Treviglio sull'Adda presso le sale della Villa del Castello, nel 1987 e la Banca Popolare di Milano che ospiterà un'altra significativa mostra di Pasetto.  Nel 1996 il comune di Siena ordine una mostra personale allestita presso la Galleria di Palazzo Patrizzi.  Nel 1999 vengono esposte alcune opere presso la Galleria Ciovasso di Milano, (sedici ritratti di personaggi storici).  Nel 2005 il Comune di Desenzano del Garda gli ordina una personale presso la Galleria Civica di Palazzo Todeschini, nel 2008 quindici ritratti di scienziati esposti alla Galleria Ciovasso, che nel 2010 presenta ,  "Remo Pasetto e la cura delle donne" . Negli ultimi anni ha esposto in numerose occasioni e in diverse ville Italiane.  Prima di morire il 5/12/2019 Viveva a lavorava tra Milano e Desenzano Del Garda.

Vissuto dal 3/06/1925 al 5/12/2019 morto a 94 anni

Remo Pasetto partigiano

  l'otto Settembre mi fu imposto il servizio militare dalla "Repubblichina" di Salò , avevano minacciato, se non mi fossi presentato,  i miei genitori e fratelli.   A me non piacevano le armi e tantomeno la vita militare e la guerra. I Repubblichini mi mandarono a Novara, di qui in Germania  , prima a Stoccarda poi a Detmold, in un campo di addestramento gestito dai tedeschi, qui avrei dovuto imparare le tattiche per scovare i partigiani , l'addestramento durò un anno , soffrii la fame il freddo e le umiliazioni, alcuni di noi stavano tanto male che furono mandati a casa a morire. Giunse la fine dell'addestramento e i tedeschi ci spedirono in Italia, eravamo circa un centinaio, fino al Brennero ci portarono i tedeschi dal Brennero ci presero in consegna i Repubblichini , proseguimmo a piedi. Giungemmo finalmente al lago di Garda, una sosta a Costermanno, a Peschiera poi a Brescia, poi  via fino a Busca una località tra Cuneo e Saluzzo. A Busca i partigiani ci contattarono tramite alcune staffette , bisognava essere prudenti i Repubblichini e i tedeschi erano molto sospettosi. Cominciammo i rastrellamenti per scovare i partigiani , ogni volta si trovava il metodo di avvisare e i partigiani cambiavano strada.  I repubblichini avevano un loro servizio di informazione e scoprirono che la nostra squadra passava informazione ai partigiani, prepararono un lista di giovani da fucilare in piazza, tra questi ero presente anche io, fortunatamente quella notte ci fu in attacco dei parigiani che sapendo della fucilazione imminente e vennero a liberarci, insorgemmo anche noi facendo prigionieri i Repubblichini e i tedeschi, portammo via tutto compreso cannoncini , mitraglie, munizioni. Eravamo diventati partigiani a tutti gli effetti, ci rifugiammo sulle montagne con epicentro sulla Maddalena , con la Brigata Valpesio,  in un paesino ebbi anche una morosina, faceva la sartina ed era bionda, siamo stati insieme per due mesi. Noi scendevamo dalle montagne e attaccavamo i convogli tedeschi che iniziavano a ritirarsi, nei pressi di Cuneo, una battaglia furiosa. Cuneo è stata l'ultima città italiana strappata ai tedeschi , Cuneo non è stata liberata dagli Americani ma da noi partigiani, entrammo in città e sfilammo per le vie, gli Americani arrivarono due mesi dopo. Mi congedarono e tornai a casa